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Percorrendo gli argini della vita, vedo scorrere...parole.

La chimica della mente che sfocia nella...Poesia

Nuovo spazio virtuale dedicato alla "Parola".

VERSICOLAZIONI

Perché dedicare questo spazio in un mezzo che sta diventando sempre di più legato all’immagine ed in cui le parole sono solo corollario, riempimento; in cui la scrittura diviene sempre più semplice, essenziale, veloce?
Perché, le apocalittiche visioni di Eric Arthur Blair (George Orwell) in 1984, e di Ray Bradbury in fahrenheit 451, non si stanno avverando nella loro completezza, ma di sicuro in alcuni aspetti sono realtà quotidiana.
In 1984 per esempio Orwell introduceva il concetto della “Neolingua” , di seguito un estratto dell’appendice al libro dal titolo: i principi della Neolingua, noi abbiamo solo sostituito la parola Socing ( che era il partito unico che dirigeva Oceania), con una parola della nostra neolingua: Società dello spettacolo.

.... I principi della Neolingua *
*Tratto da "1984" di G. Orwell .

La Neolingua era la lingua ufficiale in Oceania ed era stata inventata per venire incontro alle necessità ideologiche della “Società dello spettacolo”. ...Era sottinteso come, una volta che la Neolingua fosse stata definitivamente adottata, e l'Archelingua, per contro, dimenticata, un pensiero eretico (e cioè un pensiero in contrasto con i principi della “Società dello spettacolo” sarebbe stato letteralmente impensabile, per quanto almeno il pensiero dipende dalle parole con cui è suscettibile di essere espresso. Il suo lessico era costituito in modo tale da fornire espressione esatta e spesso assai sottile a ogni significato che un membro della “Società dello spettacolo” potesse desiderare propriamente di intendere. Ma escludeva, nel contempo, tutti gli altri possibili significati, così come la possibilità di arrivarvi con metodi indiretti. Ciò era stato ottenuto in parte con l'invenzione di nuove parole, ma sopratutto mediante la soppressione di parole indesiderabili e l'eliminazioni di quei significati eterodossi che potevano essere restati e, per quanto era possibile, dei significati in qualunque modo secondari. Daremo un unico esempio. La parola libero esisteva ancora in Neolingua, ma poteva essere usata solo in frasi come "Questo cane è libero da pulci" oppure "Questo campo è libero da erbacce". Ma non poteva essere usata nell'antico significato di "politicamente libero" o "intellettualmente libero" dal momento che la libertà politica ed intellettuale non esisteva più, nemmeno come concetto, ed era quindi, di necessità, priva di una parola per esprimerla. Ma, a parte la soppressione di parole di carattere palesemente eretico, la riduzione del vocabolario era considerata fine a se stessa, e di nessuna parola di cui si potesse fare a meno era ulteriormente tollerata l'esistenza. La Neolingua era intesa non ad estendere, ma a diminuire le possibilità di pensiero; si veniva incontro a questo fine appunto, indirettamente, col ridurre al minimo la scelta delle parole...
... si comprenderà che in Neolingua l'espressione di opinioni eterodosse al di sopra di un bassissimo livello era praticamente impossibile...


Continuando con le citazioni non possiamo non sottoscrivere quanto scritto da Annalisa Cima (Indizi D, D la Repubblica delle Donne del 16/06/2007):
...l’industria della comunicazione delle parole e degli oggetti di breve durata e di facile comprensione è la causa del vuoto artistico al quale assistiamo.
Pochi, isolati, come per il passato, porteranno con se quel fil rouge che non si è mai spezzato.
Vi è molto frastuono, ma le voci vere pur se sommerse dal clamore dei presenzialisti sopravviveranno. La parola pregna di significato resterà e con la parola anche il nome di quei solitari che proseguono sull’esempio dei grandi della poesia. Ars longa, vita brevis è il monito di Seneca che vale anche per noi, oggi.

Eligio Leschiutta, luglio 2007

A Voi navigatori l’ardua sentenza.

 
 
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